La cultura e l'immagine calabrese andrà a Duisburg

C&C, Cataldo e Carmine, accoppiata vincente in questo mondo culturale calabrese, che poi le due c rimandano a due grossi artisti, Cataldo Perri e Carmine Abate diventa quasi superfluo dirlo. C&C un grande musicista e un grande scrittore, si ritrovano a lavorare assieme per un progetto culturale ambizioso, la cui formula è inedita e vincente: Cataldo Perri chitarra battente e voce, con Nicola Pisani e il suo sax soprano con Piero Gallina al violino, Enzo Naccarato alla fisarmonica, Pasquale Ascione al basso e Leonardo Vulpitta alle percussioni, si amalgama culturalmente con lo scrittore Carmine Abate che diventa, per l’occasione, attore del suo libro “La festa del ritorno” leggendo brani che si scoprono scene reali, tangibili, fisiche, in chi, in sala, ascolta.
Cataldo Perri a “La Festa del ritorno” ha dedicato una canzone omonima nel cd Bastimenti, mentre Carmine Abate nel suo ultimo libro romanzo, “Il mosaico del tempo grande” di Mondadori, racconta di Bastimenti e di Cataldo Perri. Un vero e proprio, è il caso di dirlo, scambio culturale. Ma raccontiamo ancora della fredda caldissima serata di quella Lorica, incastonata sulle montagne della Sila, in provincia di Cosenza. Qui l’inverno è arrivato già, si sente dalla temperatura che sfiora i tre gradi appena. Fuori dal villaggio è tutto bosco e buio, dentro il villaggio animato di luci, tanti gazebo accolgono il passante e lo inebriano di vino, di braciole, di pane e salciccia, di funghi e castagne, mente nella grande sala auditorium un pubblico numeroso ascolta, con passione e passionalità, le note e le parole di Cataldo e Carmine.
Tanti i libri di Abate in vendita, da “I Germanesi”, edizioni Rubbettino, ai tanti romanzi pubblicati per Fazi e Mondadori: Il ballo tondo (1991 e 2000) , Tra due mari (2002), La moto di scanderberg (1999)… La musica di Cataldo Perri intanto affascina, richiama, come una antica sirena innamorata, con una ritmica dall’identità tutta calabrese strapiena di contaminazioni, con sonorità arabe, orientali, argentine, con il tango, le ballate, le serenate e le tarantelle tutte riunite in una cosa sola. Cataldo suona, canta, poi silenzio e subentra la voce di Carmine Abate che racconta, poi di nuovo Cataldo… Una Calabria che mostra la sua cultura, una Calabria che si oppone a quella stereotipata immagine che troppe volte esce fuori carica di ‘ndrangheta, di delitti, di intrallazzo politico ed è proprio la Calabria della cultura che deve essere portata in giro per il mondo.
Lo avevamo fatto alcuni anni fa per le strade lontane di New York, quando organizzammo nella Grande Mela uno degli eventi culturali più interessanti, con la presentazione presso la Pace University di volumi sull’emigrazione Calabrese, con il sottoscritto, con lo stesso Cataldo Perri, Enzo Naccarato e Piero Gallina, con la giornalista, oggi al TG2 Rai, Gabriella Capparelli, con Filippo Curtosi, Pino Ceravolo, e gli italoamericani di successo Sandy Auriti (direttore Mondadori a New York) e Dominic Procopio (evento Columbus Day), con la mostra del Museo dell’emigrazione Calabrese “Giovanni Battista Scalabrini” di Francavilla Angitola e Migrans, e la mostra dei raffinati ori di Gerardo Sacco al municipio di Brooklyn.
Dopo le esperienze internazionali di Carmine Abate e quelle di Cataldo Perri a Buenos Aires, Singapore e in altri cento angoli del mondo oggi vogliamo ritornare a portare la nostra Calabria con la sua immagine più positiva a Duisburg, tra le strade violate, graffiate della città tedesca, lo facciamo con un progetto ambizioso, con un programma tutto ancora da costruire assieme ad artisti, uomini di cultura e le istituzioni politiche e culturali della regione. Con l’associazione Migrans Onlus, Cataldo Perri e il suo gruppo musicale, Carmine Abate, il gruppo dei Non solo Tango, e tanti altri intendiamo portare avanti questo progetto e chiediamo alla Regione Calabria, al presidente Agazio Loiero, all’assessore alla cultura, Sandro Principe, allo spettacolo, Nicola Adamo e alle cinque Province, una forma di collaborazione per concretizzarlo nel modo più autorevole. Una richiesta aperta, un auspicio, un modo per far parlare e mostrare quella Calabria che forse da fuori troppo spesso non si vede. Da queste colonne lanciamo infine un appello all’antropologo Vito Teti ed al suo impegno civile affinché, da protagonista, faccia parte di questo gruppo di intellettuali ed artisti che intendono riscattare l’immagine della nostra terra in quella piazza segnata dalla barbarie di pochi calabresi che non possono e non devono essere l’immagine della Calabria.

Franco Vallone

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