Oh Bregantini portami via

Certe volte sembra proprio che non ci sia limite al peggio in Calabria. Anche quello che non ti aspetteresti mai, in quanto irragionevole ed evidentemente in contrasto con ogni speranza di crescita e miglioramento, in Calabria sembra potersi realizzare con incredibile semplicità. La notizia della promozione ad Arcivescovo Metropolita di Campobasso e conseguente trasferimento di Mons. Bregantini, uomo simbolo della lotta della chiesa alla n'drangheta, ha letteralmente spezzato la più importante tra le poche e già precarie sicurezze dei tanti gruppi giovanili, famiglie per bene, associazioni religiose e non, che da tanti anni si oppongono alla criminalità calabrese affiancati e sospinti dalla prodiga figura paterna di Mons. Bregantini.
Di fronte a questi favori gratuiti alla criminalità della locride e di tutta la Calabria in generale, viene spontaneo pensare a questa terra come abbandonata da Dio oltre che dallo Stato e da un numero sempre maggiore di giovani alla ricerca di un futuro senza l'ombra di soprusi o compromessi.
Qualcuno potrà dire che questa è l'ennesima sfida per la dura gente di Calabria; altri penseranno che il futuro senza Bregantini sarà un ottimo banco di prova per testare la coesione di una rete di associazioni anti-criminalità così pazientemente costruita negli anni dallo stesso Monsignore. Una cosa è certa: la n'drangheta non sospettava di poter ricevere aiuti di tale portata addirittura dal Papa e non trascurerà sicuramente, nel perseguimento dei suoi piani criminali, il fatto che uno dei suoi più acerrimini nemici sia stato improvvisamente estromesso dalla scena.
E allora non ci resta che aspettare e sperare. Sperare che quella rete, così pazientemente tessuta, tenga nonostante l'allontanamento del buon pescatore; sperare che qualcuno in un auspicabile momento di lucidità e lungimiranza possa ripensare a quanto disposto e rimettere le cose a posto migliorandole qualora possibile.
Nel frattempo godiamoci l'ultima lezione di Mons. Bregantini, che di fronte all'annuncio del suo trasferimento ha saputo mantenere un contegno e una pacatezza che in una situazione del genere sono prerogative di una persona assolutamente eccezionali. Quanti avrebbero saputo mantenere un profilo umile e propositivo come quello tenuto dal Bregantini di fronte al pericolo che qualcosa di assolutamente inopportuno possa stravolgere tutto il lavoro fatto in anni di tenace e pericolosa lotta alla criminalità organizzata?
Quella di questi giorni è stata un'ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse stato ancora bisogno, della grandezza di quest'uomo, al quale personalmente non posso che sentirmi legato come un figlio al proprio padre.

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