L'intervento di Luigi M. Lombardi Satriani sull'evento carnascialesco di S. Costantino di Briatico

I rituali carnascialeschi di San Costantino di Briatico diventano evento di rilevanza regionale grazie anche alla costituzione, nel secondo anno dalla ripresa dell’evento, di un vero e proprio “Comitato per il Carnevale di San Costantino di Briatico”. Un'antica rappresentazione, tradizione popolare che si svolgeva in paese, a memoria d'uomo, già agli inizi del '900, fino al 1949, ma che ha certamente radici più antiche. E mentre l’assessore alla cultura del Comune, Agostino Vallone, pensa già alle manifestazioni per il 2009, si registra l’autorevole intervento dell’antropologo dell’Università La Sapienza, Luigi Maria Lombardi Satriani che così scrive in una nota inviata allo stesso Comitato: “Sono vivamente rammaricato di non essere presente alla manifestazione che riprende l’usanza della processione di Carnevale e del discorso funebre pronunciato sulla sua salma. Il mio rammarico è tanto più vivo perché ricordo con nostalgia gli anni in cui tutto ciò si svolgeva per le vie del nostro paese concludendosi con l’orazione pronunciata nella piazza antistante casa mia (ora piazza Raffaele Lombardi Satriani) da Grazioso Garrì, efficace autore della orazione stessa, opportunamente pubblicata recentemente dal figlio Peppino che vi ha premesso un’ottima introduzione, valida anche sul piano strettamente scientifico. La manifestazione del nostro paese si inserisce in un ampio quadro rituale molto presente in tutta Europa, nel quale – nella veste scherzosa del divertimento – il processo e la condanna di Carnevale, il corteo funebre dello stesso Carnevale e numerosissimi altri tratti si articolano concretamente testimoniando una vicenda plurisecolare e svolgendo profonde funzioni culturali. Non a caso questi riti sono stati oggetto di una vasta letteratura scientifica che, ovviamente, non è il caso di richiamare. Questi riti, e quindi anche il rituale della nostra San Costantino, rafforzano il senso di appartenenza alla comunità, si pongono pertanto come efficace forma di integrazione. Di tale senso di appartenenza, di tale integrazione abbiamo particolare bisogno in un epoca quale la nostra, esposta – in maniera più o meno intensa – a tutti i rischi della frammentazione e della disgregazione. Percorrere assieme le vie del nostro paese anche in occasione del corteo di Carnevale sostanzia il desiderio di essere comunità, rafforza il vincolo che ci ricostruisce come comunità e quindi diverte ma anche ci sostiene come gruppo coeso. Per questo ordine di motivi ritengo che la vostra iniziativa di riprendere questo nostro rito carnevalesco sia particolarmente apprezzabile; mi auguro perciò che vi sia grande partecipazione e divertimento e che la manifestazione possa continuare a crescere negli anni a venire. Quello di San Costantino è un recupero interessante per tutto il vibonese, un percorso ritualizzato, dimenticato, un itinerario d'oggi che mette in scena il poemetto dalle radici popolari scritto da Garrì ed ambientato proprio nel paese degli anni Trenta. Il Comitato appena costituito è composto, tra gli altri, da Lorenzo Di Bruno, Agostino Vallone, Salvatore i Micuccia du Pani, Domenico Melluso, Marianunzia Garrì, Francesco Sicari, Antonio Di Bruno, Enrico Damiano Vallone e Pino Bagnato.
Franco Vallone

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