Caffeina pre-elettorale: un caffé un voto

Vibo Valentia - Il caffé, ancora il famoso caffé… l’usanza, diciamo ormai consolidata, di offrire caffé in periodo elettorale è divenuta una consuetudine, una vera tradizione. A Vibo Valentia ogni bar ha il suo politico, ed ogni onorevole ha il suo bar. C’è il bar frequentato dall’onorevole Mimmo Basile, che non poteva che essere che in Via dei Basiliani, c’è quello dell’ex senatore Antonino Murmura, quello dell’ex sottosegretario Domenico Romano Carratelli, all’angolo di Corso Umberto, quello del senatore Francesco Bevilacqua e quello frequentato da Paolo Barbieri nella centralissima piazza Municipio. Il bar dove andava tutte le mattine il presidente Gaetano Ottavio Bruni, si trova, invece, nella zona del Tribunale, oggi in pieno cantiere basole di Corso Umberto. Il presidentissimo, come è stato recentemente ribattezzato, oggi sottosegretario di Agazio Loiero, da qualche tempo ha optato per i due bar della zona Bitonto, vicini alla sede della Provincia e recentemente per quelli di Catanzaro.
Ogni politico, è risaputo, ha il suo bar preferito, ed ogni bar, per la gente qualunque, è diventato un punto di riferimento strategico dove poter incontrare il personaggio politico più simpatico, politicamente parlando, e dove poter assaggiare un buon caffé offerto dal presidente, dall’assessore, dal consigliere, dal sottosegretario, dal sindaco o dall’onorevole senatore o deputato. In questi giorni non si trova bar senza annesso politico e seguito. L’ex assessore della Provincia, Lidio Vallone, da buon medico di famiglia, preferisce offrire la pizza al posto del caffé, fa meno male alla salute. Il candidato di centrodestra alla presidenza, Francesco Miceli, oltre al “caffé”, è risaputo, non disdegna di offrire un buon “cappuccio” per tutti. Avventori, baristi, politici, tutti contenti per questi continui caffé day prima del fatidico voto. Pensiamo che a questi politici e candidati verrà riservato un trattamento di favore, per i pagamenti, perché sono davvero migliaia i caffé offerti quotidianamente ed ogni caffé rimanda ad una stretta di mano, ad un eventuale fatidico voto.
I calabresi, e quindi anche i vibonesi, si dividono in due: quelli che si presentano e quelli che non si presentano alle elezioni per diventare amministratori di qualcosa ed in questi giorni pre-elettorali la famosa sindrome ha colpito per l’ennesima volta i politici calabresi. Riconoscono veramente tutti, anche quelli che non conoscono o non hanno mai visto. Quasi per una sorta di magia ti salutano con un sorriso, attraversano pure la strada per venire a salutarti, per chiederti come stai e prima di tutto… se vuoi un caffé… a tutti, a parenti, conoscenti, amici, nemici e sconosciuti del tutto. È il famoso periodo in cui la caffeina prende il sopravvento su tutti e su tutto, si alza anche la pressione, e quindi si arriva al fatidico giorno del voto con la mente offuscata da questa aromatica bevanda. Con la solita conseguenza che il voto in Calabria è quasi sempre sbagliato. Per colpa dei troppi caffé salgono al potere le persone sbagliate. Poi comunque, come passa il periodo elettorale, la magia finisce come per incanto. I bar ritornano ad una attività più normale e loro, i politici e i politicanti, non ti riconoscono più. Se prima ti davano del tu, dopo dell’onorevole carica, adesso è d’obbligo il lei o il voi. Non ti salutano più, non ti vedono proprio, da adesso devi fare anticamera per ore per incontrarli, devi pure suonare il campanello e attendere. Con quel famoso caffé ormai sono diventate persone importanti, vip, onorevoli, hanno l’auto blu, il lampeggiante, la paletta e l’autista, il megastipendio, la perdita della memoria è d’obbligo. Adesso il caffé lo devi offrire tu a loro!
Franco Vallone

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