La grande tela di San Nicola dipinta da Thomas De Florius, un bambino di undici anni

Briatico - La notizia è freschissima eppure è datata 15 settembre 1892, a firma del giornalista di "L'Avvenire Vibonese" Eugenio Scalfari, avo del giornalista Eugenio Scalfari, già direttore e fondatore de "la Repubblica". La notizia è tratta dal settimanale che si pubblicava a Monteleone, alla fine dell'Ottocento, e riguarda un antico quadro che si trova nella chiesa parrocchiale di Briatico. Si tratta di una grande tela raffigurante San Nicola di Bari che, secondo le ricerche di Scalfari, sarebbe stata dipinta nel 1624 da un… bambino di undici anni. Ma ecco i fatti: un quadro, raffigurante San Giuseppe, venne trasportato nella chiesa di Sant'Ignazio a Monteleone, "che da teatro, in cui era stata trasformata da dopo la fuga de' Gesuiti, fu poi ribattezzata a chiesa di San Giuseppe". Il quadro in questione è firmato "Thomas di Florio 1675". Scalfari viene a sapere, in quegli anni, da un certo Antonio De Rito, che un altro quadro dello stesso autore si trovava nelle vicinanze, nella chiesa matrice di Briatico. Ecco come Scalfari racconta: "Amici Briaticoti ed altri, a cui ho chieste notizie in proposito, mi hanno affermato che il S. Nicola, del quale non ricordano il nome dell'autore, è un bellissimo quadro, proveniente da Briatico vecchio. Dopo quest'affermazione è quella del De Rito, andai, come ognun può supporre, pieno d'ansietà a Briatico, e vidi il quadro, ch'è un….. quadraccio. È una gran tela, mal disegnata, peggio colorita e senza alcuna invenzione, chiusa in una cornice dorata. Come non è facile cosa giudicare d'un quadro; sicché spesso si dice di esso ch'è bello mentre è brutto e viceversa! Facce inespressive, pennelli intinti nella calce, balle di bambagia per nubi, una vera impiastricciatura d'un cattivo pittore, ritratta forse da una pessima stampa, come quelle che fa l'Apicella a Napoli. Restai disilluso, e più che disilluso, sconfortato, poscia ch'ebbi letto la leggenda dell'autore: Thomas De Florius P. 1624. Quanta differenza tra il quadro di Briatico e quello di S. Giuseppe (…) l'autore è il medesimo, e costui avrebbe dipinto il quadro di Briatico a soli undici anni, essendo egli nato, como ho già scoperto, nel 1613. (…) ma a undici anni chi è che può dipingere un quadro di grandi proporzioni per quanto cattivo possa questo essere? Stando Tommaso, artista noto, nell'età di undici anni a studio presso qualche imbrattatele di Monteleone, non essendoci allora in questa città artisti di valore il maestro avrà lasciato lavorare il piccolo e promettente discepolo intorno al quadro commessogli, riserbandosi di ritoccarlo egli all'ultimo: e probabilmente il piccolo discepolo avrà copiato qualcuna di quelle stampe che vanno per le mani del popolo nella festa del Santo non mancando, nella tela, come nelle stampe di questo genere, tutti gli accessori de' miracoli del Santo operati a scopo d'ingagliardire la fede, come il barile coi tre fanciulli, il libro colle tre palle. Ecc. la niuna espressione delle facce, la tavolozza impiastricciata di calce, gli accessori de' miracoli, l'incertezza del disegno, ecc. indicano chiaramente che l'autore del quadro dovette essere un ragazzo, già capace del resto a quell'età di ritrarre col pennello da una stampa. A questa riflessione mi consolai non poco, avendo sorpreso il di Florio a undici anni attorno a una tela di grandi proporzioni. (…) Cosa curiosa, abbiamo ormai di Tommaso due quadri, che rappresentano la sua fanciullezza e la sua vecchiaia: undici e sessantadue anni: lo inizio e lo sviluppo completo, cioè, delle sue facoltà pittoriche". Fin qui la cronaca del tempo. Il quadro in questione intorno al 1975 è stato malamente restaurato con incollaggio sul retro della tela di pezzi di plastica e sovrapposizioni pittoriche in vaste aree dell'opera. Successivamente il quadro è stato ri-restaurato, questa volta con tutti i criteri di recupero e conservazione, nei laboratori della sovrintendenza a Cosenza ed adesso è esposto nella navata laterale destra della chiesta di San Nicola di Briatico.

Franco Vallone

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