Ritrovamento archeologico a Vibo Valentia

Ancora un ritrovamento archeologico a Vibo Valentia, uno dei tanti. Viale Affaccio, ore 14.50 di ieri, la zona antistante l’ex autostello è strapiena di gente che fa capannello attorno ad uno scavo appena aperto da una piccola ruspa. Si stanno eseguendo i lavori di scavo per gli impianti di video sorveglianza che, vista l’area di grande rilevanza storica archeologica, sono strettamente e costantemente seguiti da tecnici della sovrintendenza archeologica. Sotto la buca un’archeologa effettua lo scavo e i rilievi con competenza e velocità. È una tomba di epoca magno greca, numerosi frammenti di embrici di copertura in terracotta, uno scheletro parzialmente conservato, si rileva un femore, una clavicola, il teschio con mandibola e alcuni denti e l’omero di un braccio. Vi è poi, accanto alla testa e vicino a dove si dovevano trovare i piedi, il corredo funerario con vasetti ed altro materiale manufatto in ceramica nera che indica, senza ombra di dubbio, la datazione generica al periodo della Vibo Valentia Magno Greca. L’archeologa, coadiuvata dai tecnici della stessa Sovrintendenza, continua nello scavo, mentre un tecnico effettua i rilievi grafici e fotografici, poi tutto il materiale recuperato, ossa e reperti, verranno portati al museo archeologico per essere ripuliti, studiati, restaurati e forse esposti.

Mentre nella buca, nemmeno tanto profonda, si lavora, la gente attorno fotografa voracemente con i telefonini e prima di tutto commenta il ritrovamento. Si sente di tutto attorno a questo scavo, c’è chi dice: “forse è San Leoluca…, ma non lo avevano già trovato a Santa Ruba San Leoluca?”, altri vedendo lo scheletro pensano ad “una lupara bianca ad un morto sotterrato dopo una esecuzione”, altri ancora esternano sepolture di “cavalieri medievali” o di “soldati delle ultime due Guerre”… si sente davvero di tutto e di improbabile attorno alla buca.

Lo scavo prosegue tra giornalisti che prendono appunti, altri che preparano il servizio video per le varie televisioni, direttamente dalla scena del ritrovamento, tra la terra che si vede spalare, dal di sotto direttamente fra i piedi. I numerosi automobilisti che passano vedendo il capannello di gente rallentano, sono tutti incuriositi, pensano ad un incidente, molti abbassano il vetro del finestrino e chiedono preoccupati cosa è successo, chiedono informazioni: qualcuno risponde: “hanno trovato un morto” – ed alla risposta di un automobilista: “e quando u levanu?” non possiamo che pensare che forse nella Vibo Valentia del 2008 non vi è poi tanta sensibilità e rispetto verso la propria memoria storica di tanti anni fa, e che forse tutti i vibonesi dovrebbero effettuare una visita al loro museo che si trova nel loro castello, sopra la loro città.

Franco Vallone

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