Giovanni Parisi - Il ricordo di quando ritornò nella sua Vibo per un incontro dei campionati del Mondo

Era il lontano 1997, a Vibo l’atteso incontro del campionato del mondo superleggeri WBO, Giovanni Parisi VS Nigel Wenton. Qualche giorno prima il classico incontro con la stampa, in una delle sale del 501 Hotel, a presentarlo l’allora presidente della Provincia Enzo Romeo, l’assessore allo Sport e Cultura Concettina Di Gesu e lui, il campione, Giovanni Parisi che parlava con alcuni dei suoi amici vibonesi, con l’editore Mario Porcelli e con Maurizio Bonanno. Sabato 4 ottobre, il ring è sotto la grande tensostruttura fatta erigere per l’occasione a contrada Bitonto, sull’area Ottocannali. Il ring è illuminato da una luce accecante, i due sfidanti si guardano e iniziano a battersi. Il guantone colpisce per la prima volta lo zigomo del pugile, il viso battuto si colora di rosso e il pubblico applaude lungamente. Qualcuno abbassa gli occhi, l’immagine è troppo forte e cruda. I primi a salire sul ring sono pugili dai nomi che nessuno conosce, non esiste il più bravo e il meno bravo, agli occhi dei presenti solo uno dei due diventa, dopo poche battute, quello simpatico, l’altro è obbligatoriamente da fischiare. Passano le ore, i pugili di supporto costruiscono spettacolo con le loro sfide, ma è il sangue il vero personaggio della serata, sangue che scende sui visi emaciati dei pugili, colora di rosso i loro pantaloncini bianchi, macchia tutto ciò che li circonda. Ore 22,00, un pugno centra il viso del pugile di turno, il sangue schizza veloce verso l’alto, arriva a toccare il soffitto bianco della tenda, si forma una rosa di sangue. La gente adesso non tiene più lo sguardo basso, oramai si è abituata alla presenza ematica, gli sguardi non fanno più caso al liquido rosso che sgorga a fiotti dai corpi dei pugili. Il sangue chiama sangue, il pubblico grida, fischia, applaude… la gente urla come affamata, carica di una enorme voglia di vittoria. Tutti sono qui per vedere vincere Giovanni Parisi, pugile nato a Vibo Valentia. L’arbitro dai guanti di lattice bianco e il medico incaricato controllano la profonda ferita lacero contusa sull’occhio insanguinato di un pugile e bloccano uno degli incontri con un freddo “ko tecnico”. La gente fischia forte. L’acqua, sui corpi accaldati dei pugili, evapora velocemente sotto i potenti riflettori e crea uno strano effetto di corpi fumanti. La gente grida forte “ammazzalo, ammazzalo, stendilo a terra, fagli male, colpiscilo più forte…”. Il numeroso pubblico di Vibo fischia l’arrivo di Nigel Wenton, il ring è occupato da tante belle ragazze e vistose macchie di sangue, un rosso forte che testimonia gli incontri appena conclusi. Arriva Giovanni Parisi, il campione vibonese. Tutti si alzano in piedi e mostrano le grandi immagini che ritraggono Giovanni il pugile, stampati in tempi da record da Mario Porcelli e dalla sua Mapograf, icone centuplicate di un mito della boxe. La gente scandisce il ritmo della musica e Parisi è già sul ring. Inni nazionali d’America, Inghilterra e Italia, fischi e applausi; poi inizia il tanto atteso grande incontro. Le telecamere di Rete Kalabria inquadrano le belle rose rosse distribuite alle gentili signore presenti all’incontro ma lo sport rude e maschio è nel suo momento più alto, i pugni sono sempre più concludenti, tanti pugni e la gente di Vibo Valentia urla sempre di più, poi, all’inizio dell’ottavo round il sangue rosso esce fuori, si affaccia copioso dal viso dell’inglese e l’incontro è già concluso!. Parisi, il vibonese, ha vinto, è ancora il Campione del Mondo.
Franco Vallone

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