Perchè non realizzare pure il "presepe pasquale"?

Con la domenica delle palme è iniziata quella che per quasi tutti i cristiani di ogni rito e per i cattolici, in particolare, rappresenta la cosiddetta "settimana santa" ovvero il ricordo e la commemorazione degli episodi salienti della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. In numerosissimi paesi latini, specialmente in Spagna e nel sud Italia, si rinnovano le spettacolari e coreografiche manifestazioni pubbliche secondo le tradizioni socio-culturali di ognuno, ma per tutti ispirate da ciò che è avvenuto nella Gerusalemme di duemila anni fa circa. Infatti, nel 2033, giusto fra 24 anni, ricorrerà il secondo millennio da quel basilare evento cristiano che, anche storicamente, sta ancora segnando gran parte del nostro attuale mondo, spesso in modo
assai traumatico o discutibile.
Da laico non-credente, mi sento di proporre, pure come preparazione alle celebrazioni del 2033 per il secondo millennio della passione di Gesù, a tutti i cristiani e ai laici più sensibili, di realizzare nelle proprie case, nelle chiese, nelle scuole e in altri luoghi pubblici adatti un vero e proprio "presepe pasquale". Tale presepe potrebbe essere assai simile a quello che si espone nelle case e nelle chiese o si rappresenta come "presepe vivente" in occasione del Natale di Gesù da circa 700 anni, fin dai tempi di San Francesco d'Assisi suo inventore.
Il "presepe pasquale" pure come "presepe pedagogico" dovrebbe evidenziare le tappe più importanti del ciclo esistenziale di Gesù Cristo e cioè l'annunciazione, la nascita, le predicazioni, la domenica delle palme, l'ultima cena, l'orto degli ulivi, i processi davanti al Sinedrio e a Ponzio Pilato, la flagellazione, la via crucis, la crocifissione, la resurrezione e l'ascenzione. Tali tappe potrebbero essere rappresentate preferibilmente in modo ciclico (come su una ruota) poiché è ciclica la vita di ognuno di noi o a forma di piramide oppure, ovviamente, nella forma libera e creativa in cui si intende interiorizzare ed esteriorizzare la tragedia umana e divina del fondatore del cristianesimo, adornando preferibilmente con scene o figure tratte dalla nostra attuale realtà storica e quotidiana.
Il "presepe pasquale" dovrebbe iniziare con il mercoledì delle ceneri, dopo il carnevale, durare una cinquantina di giorni per tutta la quaresima fino alla "domenica in albis" dopo Pasqua: potrebbe essere un ulteriore stimolo a meglio riflettere e a fortificarsi nelle buone azioni salvifiche del mondo per coloro che hanno fede religiosa, mentre per i laici e per i non-credenti sarebbe una preziosa occasione per rafforzare il proprio impegno sociale, attraverso la tragedia di Gesù Cristo che va considerato inequivocabilmente nella storia vero e proprio "patrimonio dell'Umanità" e, comunque, archetipo di tutti coloro i quali nel mondo vengono perseguitati, incarcerati, torturati e giustiziati perché difendono e valorizzano in modo universale la dignità della persona, la più genuina elevazione sociale e l'armonia.
In tale senso, il "presepe pasquale" può rivelarsi una manifestazione di solidarietà per tutti coloro che soffrono e muoiono a causa delle più varie ingiustizie sociali, come, ad esempio, i troppi morti causati quasi ogni giorno nel mare Mediterraneo dal naufragio di coloro i quali tentano di raggiungere l'Europa con la speranza di un'esistenza migliore fuggendo da guerre, persecuzioni, fame, malattie e quanto altro.
Al fine di realizzare già dalla prossima quaresima 2010 il "presepe pasquale" auspicabilmente come "presepe ecumenico", scriverò ai responsabili delle varie confessioni religiose (unendo i riscontri-stampa di questa proposta), nonché a tutte quelle comunità che solitamente fanno del presepe un motivo di fede, di arte e di orgoglio identitario, primi tra tutti gli artigiani di Via San Gregorio Armeno in Napoli o le tantissime associazioni che organizzano in ogni dove mostre del presepe natalizio.
Domenico Lanciano

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