Al Valentianum presentazione di “Onofrio Brindisi Sacerdote e Scrittore”

È un libro speciale dedicato ad un uomo speciale, s’intitola “Onofrio Brindisi Sacerdote e scrittore” ed è stato scritto, a quattro mani, da Filippo Ramondino e Agostino Roberto Carrabba e pubblicato per i tipi di Adhoc Edizioni di Vibo Valentia. Il volume racconta di un Onofrio Brindisi dal pensiero mistico e complesso che si confronta quotidianamente con la gente e con le cose, raffinato nei modi e nello stile, sempre coerente nelle scelte, nelle elaborazioni pubbliche e private, di un uomo dalla cultura e dalla scrittura colta e profonda. Uno scrittore passionale e appassionato che sapeva percepire le emozioni che le cose, i luoghi e la gente sapevano trasmettere. Nel libro Filippo Ramondino traccia una lettura alta dell’esperienza personale d’incontro e conoscenza, anche con il contributo di alcune confidenze di amicizia, e racconta dell’uomo Brindisi che contemplava il tempo e la sua clessidra, il mistero dell’esistenza e dei millenari perché della condizione umana di se stesso e degli altri, dei ricchi, dei poveri e dei niente del tutto. Onofrio Brindisi amava la dizione nel suo parlare, lo evidenziava sempre, lo si percepisce anche dalle parole di Ramondino che racconta dello scrivere e del comunicare di Brindisi. Un prete dalla ricca umanità che comunicava la passione che portava dentro ma anche sulle spalle. Brindisi aveva la capacità di leggere dentro l’uomo, incontrandolo profondamente senza giudicarlo. Ramondino ricorda la sua amicizia, il suo incontro con l’uomo “dai piccoli profondi occhi penetranti”. Il libro vuole dare voce alla vita di Brindisi sacerdote e scrittore senza romanzarla o interpretarla, la si vuole semplicemente raccontare senza interferenze e fare questa operazione culturale per don Onofrio non è affatto cosa facile. Lui era semplicemente complesso ed esclusivamente unico, autentico, sempre e in ogni occasione. Il libro è memoria ma anche forte attualità di testimonianza, non è una Via o una Piazza intitolata, è esperienza viva che si prolunga da un’esistenza già vissuta, è traccia, solco vitale che continua a pulsare. Onofrio Brindisi ha brillato di luce riflessa come testimone cristiano nella Chiesa ma ha anche fatto luce come produttore e detentore di fuoco interiore e di carismi, di virtù e di potenzialità espressa verso gli altri, i tanti altri che incontrava quotidianamente. Ramondino nel suo escursus parte dall’origine di Brindisi, da quell’11 novembre del 1933 in quel rione di Reggio Calabria dove era nato il futuro prete scrittore. Un racconto biografico, quello di Ramondino, che passa veloce nelle pagine come negli anni della vita, con racconti, appunti, ricordi, testimonianze. Brindisi da bambino, da seminarista, da servitore della messa, da chierico a Napoli, sembra di vederle quelle immagini di costruzione dove il giovane Brindisi si formava e già formava. Poi l’ordinazione, il passaggio, la soglia, una delle tante soglie oltrepassate, solcate, alcune volte violate da Don Onofrio. Brindisi viene raccontato come sacerdote, insegnante, rettore, con le sue mille sfaccettature dell’umano vivere al servizio della Chiesa e della sua gente-comunità, con una marea di progetti grandi e piccoli da portare avanti, con le prime produzioni letterarie e con la grande vicinanza al mondo della parola e della comunicazione scritta e orale. Filippo Ramondino racconta la Polistena e la Vibo di Brindisi, di quando il prete reggino diventò monsignore, arciprete del duomo di San Leoluca, di quando cambiò il concetto di festa del santo patrono, di quando ideò il Premio Internazionale della Testimonianza, la Casa di Nazareth, la Diakonia, il Samaritano, la Casa di Marte, l’Università Umania... Ma Ramondino racconta anche dell’incontro di Onofrio Brindisi con le forze del Male, con le sue azioni e parole “scandalizzanti”, con le sue voci fuori dal coro. Poi ad essere raccontato è l’uomo scrittore, il Brindisi dei romanzi, dei saggi, delle poesie, delle rubriche curate su tante riviste e giornali. Nella seconda parte del volume Agostino Roberto Carrabba affronta le opere letterarie di Brindisi. Carrabba descrive un don Onofrio che “narra e descrive, pensa e dialoga con i protagonisti” delle sue stesse opere, con se stesso o con l’Amico Crocifisso, o con persone metastoriche” ideate e inventate per l’occasione in un’ansiosa ricerca di trovare risposte ai perché, di chiarirsi il senso della vita e dei suoi fini, il senso delle cose”. Una scrittura-lettura esistenzialista dai temi interrogativi sempre presenti. Carrabba, con sapiente traccia critica e analitica, solca le parole e le opere di Brindisi come in un vero affascinante viaggio che, anche se fisicamente terminato, continuerà per sempre.
Franco Vallone

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