UNA TRADIZIONE MOLTO ANTICA: LA NINNA NANNA CALABRESE - LA FUNZIONE DEL CANTO NELLA FASE CRITICA DELL'ADDORMENTAMENTO DEL BIMBO

Gli appuntamenti più importanti che scandiscono la vita dell'uomo sono sempre accompagnati da canti, poesie, proverbi, filastrocche, scioglilingua ecc.
Per l'infanzia, è molto antica la tradizione della ninna nanna che serve per fare addormentare il bimbo.
La fase dell'addormentamento può ritenersi una fase critica del bambino che deve passare dallo stato di veglia a quello del sonno.
Il timore di staccarsi dalla madre rende questo cambiamento difficile da superare.
Ecco che allora il canto interviene con la sua funzione mediatrice a far si che questo passaggio avvenga senza traumi e in maniera graduale.
La voce della madre, insieme al cullamento, garantisce protezione in un rapporto intimo tra madre e figlio, in cui vengono simbolizzate speranze, auspici e benedizioni.

"….Va fa lu sùonnu chi fici Maria…. fu tantu duci chi l'addormiscìa…. va fa lu sùonnu chi fici Sant'Anna…. fu tantu duci cumu meli e manna….".

La ninna nanna d'ispirazione religiosa è molto diffusa in Calabria.
Nel canto appena illustrato, la mamma augura al proprio figlioletto un sonno dolce paragonabile a quello di una santa che non può essere che dolce "….Cumu meli e manna…". Il letto che accoglierà il bimbo appena addormentato sarà soffice e delicato come i fiori. Allo stesso modo saranno i cuscini riempiti con le rose "….Lìettu de juri, cuscini de rose…."!
Nella fase di passaggio, in cui deve avvenire il superamento della crisi di distacco del bambino, entrano in campo delle vere e proprie tecniche di addormentamento.
Un ruolo importante è svolto dalla voce della madre che deve fungere da primo elemento rassicurante. La cantilena, intanto, non solo non deve avere un volume alto ma deve essere eseguita con un tono confortante alternando al motivo cantato delle pause durante le quali inserire un mormorio a bocca chiusa in sincronìa col dondolare.
Ed è proprio quest'ultima azione che produce il ritmo scaturito dal battere della sedia sul pavimento che aumenta di intensità quando il bambino mostra sofferenza e che diminuisce progressivamente quando egli si tranquillizza fino a cessare completamente quando sarà sul punto di addormentarsi.
In pratica, la triplice azione della madre: canto-cullamento-ritmo si adatta di momento in momento alle esigenze del figlio, in una continua modulazione di questi tre elementi che lo conducono dolcemente verso il sonno.
Nella ninna nanna, si diceva, un ruolo importante è svolto dalla madre che è impegnata attivamente nell'esecuzione della stessa, mentre il bambino svolge un ruolo passivo, rappresenta cioè il destinatario e quindi l'effetto di un'azione: se egli si addormenta significa che la ninna nanna ha raggiunto il suo scopo. Ruolo passivo non significa, tuttavia, minore importanza rispetto al ruolo attivo della madre: non c'è ninna nanna se non c'è il bambino. Affinché possa esistere una ninna nanna c'è bisogno che ci sia una donna (non necessariamente la madre; può essere la nonna, una zia o un'altra persona, comunque una presenza familiare altrimenti l'esito sarà fallimentare) e un bimbo.
Sintetizzando il tutto, diremo che la ninna nanna è un canto eseguito da una donna che è destinato all'ascolto di un bambino. Oggi la ninna nanna si ascolta molto di rado o non si ascolta affatto. I bimbi, spesso si addormentano davanti alla televisione, non riuscendo a sottrarsi all'effetto narcotizzante che essa provoca.
Carlo Grillo
Presidente Ass. Cult. "Calabria Logos" per la riscoperta e la rivalutazione delle tradizioni popolari calabresi

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