"Frammenti di vita" di Carmela Cocciolo

Il prossimo 12 dicembre 2009, presso la Sala delle Laudi del Vescovato di Mileto, si terrà la presentazione del volume di Carmela Cocciolo dal titolo “Frammenti di vita”. Il fermarsi ad ascoltare le parole degli altri, l'osservare la natura ed i piccoli-grandi protagonisti, gli uomini, che credono, illudendosi, di poter cambiare il corso della loro vita senza l’aiuto quotidiano di Dio; sono, questi, gli argomenti del volume postumo di poesie di Carmela Cocciolo, pubblicato dalle Edizioni Ursini di Catanzaro. Per la poetessa, scrivere è stata durante la sua esistenza quasi una necessità vitale e quotidiana. Stimolata com’era a captare, con grande sensibilità, ogni più piccola pulsione, interna ed esterna, ha composto versi che il silenzio le ha consegnato. Nata a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia l’8 giugno del 1927 e scomparsa a Paravati nel gennaio del 2006, Cocciolo ebbe in vita una forte passione per la poesia; passione che, malgrado la poetessa abbia frequentato solo la scuola elementare, si è trasformata in vera e propria attività creatrice. La Cocciolo ha infatti pubblicando ben due raccolte, la prima nel 1994 dal titolo “Parole allineate” e la seconda nel 2000 con il titolo “Parole e sogni”, edite con una bella veste tipografica dallo stesso editore Ursini. “La sua poesia – scrive oggi il figlio della Cocciolo, Angelo Varone - è soprattutto intrisa di sprazzi di vita vissuta e, comunque, sempre arricchita con delicatezza dai suoi genuini sentimenti. Parlando della famiglia amava definirla una ricchezza. Schietta e diretta nel comunicare non amava le mezze misure”. “Una poesia - sottolinea nella prefazione il noto critico letterario Fulvio Castellani - che "crea sensazioni, che fa riflettere, che spinge a dialogare con noi stessi, per quanto semplice essa possa essere, merita di essere letta ed ascoltata, in silenzio". È quanto si può dire della poesia di Carmela Cocciolo, una donna che con i versi ha inteso trasferire agli altri quell’io gioioso che è stato in lei. Ed è stata una gioia, la sua, che si è sostanziata usando parole che si intersecavano sul filo di una rima spontanea e di un giro di assonanze che danno veramente il senso del finito e dell’infinito al tempo stesso”. Nel volume, appena pubblicato, oltre alle sue poesie troviamo filastrocche e quadretti dalla singolare compostezza espressiva, ci imbattiamo con i suoi paesaggi dell’anima che trasmigrano in direzione di un dopo che diventa assai spesso sogno, irrealtà agognata ed a tratti acquisita. Cocciolo ha usato il grimaldello dell’amore per esprimere le proprie ricchezze interiori, quel festante connubio tra generosa intuizione emotiva e saggezza. Poesia semplice, ma altrettanto musicale, ritmica, sinuosa. Ed è stata questa la sua forza. «Io le spine le prendo piano / e qualcuna mi punge la mano», aveva scritto, tra l’altro, la poetessa di Paravati, quasi a voler rimarcare, con la sua consueta grafia legata ad una saggezza, che la vita va vissuta fino in fondo.
Franco Vallone

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