Storia di Badolato dal 1080 al 2009

In Italia ci sono 8100 comuni e tra questi sono ancora troppo pochi coloro i quali possono vantare una vera e propria "Storia" scritta, cioè un'opera di memoria sociale degna di questo nome, condotta e prodotta con severi criteri storici e scientifici. Ebbene, da oggi Badolato (nella Calabria jonica della provincia di Catanzaro) è uno di quei comuni che hanno il privilegio di poter contare su un resoconto assai documentato della propria "Storia" lunga mille anni.
Infatti, lo storico locale, ma di cultura e di fama internazionale, prof. Antonio Gesualdo, giornalista nonché rettore dell'Università dei Popoli, ha dato alle stampe, a proprie spese, il volume "Storia di Badolato dal 1080 al 2009" consistente in ben 696 pagine, graficamente fitte fitte ed eleganti, corredate da 32 figure a colori e 77 figure in bianco e nero, a tutta pagina. Stampato presso lo stabilimento litografico Abramo di Caraffa di Catanzaro, tale monumentale opera è costata oltre trenta anni di ricerche e stesure (12.210 fogli preparatori scritti a mano e 4897 fogli scritti a macchina) al virtuosissimo Autore, il quale ha usato ben 33.198 documenti di 23 archivi pubblici e privati ed ha consultato 14 biblioteche in Calabria e a Napoli, nonché 24 riviste specializzate e 1239 volumi a stampa. Uno sforzo esistenziale straordinario (pure economico) che ha costretto Antonio Gesualdo, nato il 4 gennaio 1936, ad un impegno redazionale davvero certosino e ad un assai disciplinato e severo stile di vita senza cui una simile opera non poteva essere portata a termine con perizia e successo.
Il volume, fresco di stampa, è pregevole pure dal punto di vista editoriale poiché è un'opera in-8 (cm 17,5 x 24,5), ben cucita, rilegata in tela con titoli in oro e sovracoperta a colori raffigurante la congiura di Tommaso Campanella contro gli Spagnoli. Stampata in appena trecento copie, l'opera è disponibile unicamente presso lo stesso Autore in Badolato Superiore ad un prezzo fin troppo contenuto rispetto al costo affrontato concretamente e ai decenni di indefesso ed intenso lavoro.
Gli argomenti trattati si avvalgono di numerose note documentarie ed esplicative ed iniziano con la fondazione ufficiale del borgo nel 1080, sulle pendici occidentali del monte San Nicola delle cosiddette Serre Calabre a tre chilometri dal mare, ad opera del duca normanno Roberto il Guiscardo per motivi prettamente difensivi. Infatti, a tale proposito, la riproduzione di un grande dipinto (2 metri per 1,60) collocata alla pagina 146 (figura 16) presenta il borgo fortificato di Badolato, completo delle sue poderose ed imponenti mura perimetrali intatte, con al centro dell'abitato il castello turrito e la torre civica campanaria di allerta, ancora nell'anno 1658, prima che una serie di terremoti e di alluvioni ne devastassero il compatto impianto urbano, uno dei più muniti ed inaccessibili del Sud Italia. Tale figura, finora sconosciuta perché appartenente ad una collezione privata, costituisce un vero e proprio "scoop" che, assieme a tante altre figure e notizie del tutto inedite, rendono magnifica ed inimitabile per chissà quanti decenni ancora questa magnifica opera di Antonio Gesualdo, preziosissima pure per la stessa storia della Calabria e in particolare per la storia dei paesi dell'esteso comprensorio badolatese, sia rivierasco che montano.
Intanto, fra qualche mese andrà in stampa in tre volumi, sempre presso Abramo, una "Storia della Calabria" scritta dallo stesso prof. Antonio Gesualdo, personaggio che vanta una interminabile lista di pubblicazioni e di referenze socio-culturali e che resta un punto di riferimento per studiosi, documentaristi e giornalisti provenienti da ogni parte del mondo per meglio conoscere la Calabria e in particolare quella Badolato che, già con un iter storico di tutto riguardo a livello mediterraneo, sale spesso alla recente ribalta internazionale, come dal 1986 per la vicenda del "paese in vendita" e dal 1997 per essere "paese di accoglienza" per profughi di numerose nazionalità e sede del CIR regionale (Consiglio Italiano per i Rifugiati).
Dr. Domenico Lanciano

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