Brivido collettivo all'Affruntata di Sant'Onofrio

In ogni rituale dell'Affruntata la fase più critica e delicata è la cosiddetta svelatura o svelazione della Madonna. È il momento più veloce e più complesso di tutta la sacra rappresentazione, per le componenti ritualizzate del tramandare, per il passo da coordinare tra i portantini, per l'andatura da sincronizzare in rapporto con le altre due statue presenti sulla scena. L'incontro è il momento più simbolico, un antico rito di passaggio, di superamento di una vera e propria soglia che ridisegna, sulle nostre strade di casa, l'incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna Addolorata ammantata di nero. Nella svelazione c'è la vittoria della vita sulla morte e da centinaia di anni, proprio in questo particolare frammento di tempo sacro, vengono assorbiti dalla comunità numerosi segni, simboli interpretati e da interpretare, prelevati dall'accadimento delle cose come elementi di previsione per la vita di tutto l'anno e come documenti da ricordare, testimoni di protezione simbolica e apotropaica per tutto il paese e per tutta la stessa comunità. Il 24 aprile di quest'anno, giorno di Pasqua, anche a Sant'Onofrio un brivido dietro la schiena corre nei tanti che si sono accorti di quanto stava succedendo. Un attimo dopo ed il brivido collettivo si tramuta in urlo che diventa l'urlo di tutti, forza della voce della comunità di Sant'Onofrio che cerca di arrestare il momento critico in atto. Un uomo, componente dell'organizzazione, viene improvvisamente travolto dall'indietreggiare della statua della Madonna e dei suoi portantini, un'azione ritualizzata e consolidata e da sempre prevista dal rito. L'uomo, con la divisa blu e gialla della Protezione Civile, scivola e cade a terra, finisce quasi sotto i portantini e la stessa Madonna, poi, grazie ai riflessi veloci di alcuni suoi colleghi, viene recuperato senza per fortuna gravi conseguenze. Ancora un attimo e subentra la consapevolezza di un incidente superato che poteva provocare la caduta della statua della Madonna e dei portantini. Passato il brutto momento tutto rientra e si risolve con urla di gioia ed applausi, si ripercorre la festosità del rito che si realizza nel pieno della sua secolare bellezza estetica, con la musica della banda, i fuochi d'artificio e migliaia di auguri scambiati, tra vicinanze di paesani e lontananze di parenti emigrati tornati solo per la festa, in una comunità con addosso i simboli e le ritualità che scendono sin nel profondo della storia cristiana.
Franco Vallone

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