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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

Chi paga per l’ICI?

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Il governo appena insediato ha subito abolito la parte rimanente dell'ICI sulla prima casa. Ma dove si trovano i soldi per l'operazione? Presto detto: le fedelissime (al centro-destra) Calabria e Sicilia ci rimettono subito 1,6 miliardi destinati alle infrastrutture. Cinquanta milioni di euro sono stati tagliati al Ministero dell'Interno e sessanta milioni di euro sono stati sottratti alle politiche di integrazione per gli immigrati. I tagli sono emblematici e riflettono bene le priorità dell'esecutivo! La sicurezza è la prima priorità e quindi perchè non tagliare i fondi destinati al Ministero dell'Interno. Altra priorità … altro taglio e così spariscono i fondi destinati alle politiche di integrazione degli immigrati e poi siccome lo sviluppo del Sud sta a cuore a tutti altra sforbiciata alle infrastrutture. Non si contesta la possibilità di riallocare i fondi destinati alle infrastrutture ad altre finalità ma perchè non usarli, almeno parzialmente, per potenziare

… Anche lo Stato si è fermato ad Eboli?

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S econdo il "Dossier 'Ndrangheta Holding 2008", redatto dall'Eurispes, il giro d'affari della criminalità organizzata calabrese è di 43,7 miliardi di euro all'anno. Il dato è impressionante: è superiore al prodotto interno lordo di Estonia (13,2 miliardi) e Slovenia (30,4) e corrisponde a circa il 3% del PIL italiano. Il 62% dei proventi illeciti, circa 27,2 miliardi, deriva dal traffico di droga, di cui la 'Ndrangheta detiene il monopolio grazie all'accordo con i trafficanti sudamericani e colombiani, mentre quasi 6 miliardi di euro provengono dal traffico di armi e dal controllo della prostituzione. Allarmante, però, è il dato relativo al giro d'affari derivante dal controllo degli appalti e dei lavori pubblici. Si tratta di un business fiorente che rende 5,7 miliardi di euro all'anno. Del resto le indagini aperte dalla magistratura sui cantieri della Salerno - Reggio Calabria confermano la pervasività delle 'ndrine nella gestione dei l

Infiorata originale VS Infiorate copiate

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A nche in Calabria, come in tanti altri posti, quando qualcosa funziona bene, il rischio arriva da molto vicino. Ed il rischio si chiama proprio emulazione, copiatura, falsificazione. L'infiorata del Corpus Domini di Potenzoni di Briatico è arrivata oggi alla sua sedicesima edizione, con tanti anni belli, di lavoro, di fatica, di soddisfazioni, anche, come è normale, con annate meno interessanti, ma sempre con la stessa primigenia identità, con la freschezza propria delle cose originali. Il fatto è questo: da alcuni anni molti paesi del nostro territorio vibonese tentano (fortunatamente tentano soltanto) di imitare, sulle proprie strade e nelle varie piazze, l'infiorata, presentandola, proponendola, imponendola o suggerendola come vera espressione di pietà popolare, come tradizione locale, come elemento di una tipicità sbandierata a tutti i costi. Per non fare nomi i paesi di Dasà, Briatico, San Leo, Maierato, ma anche Zungri e Pannaconi di Cessaniti e tanti altri, propongono,

Tra simboli sacri e cristiani un pescespada nell’opera dell’infiorata di Briatico per ricordare Willy

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D opo il grande striscione bianco con la scritta in rosso, “Ciao Willy, tutti gli amici della piazza”, dopo la gigantografia esposta in un’importante partita di calcio del campionato nazionale di serie A, Briatico continua a ricordare Willy Giuseppe Morello, il giovane pescatore ventiseienne rimasto vittima dell’incidente stradale verificatosi davanti alla scuola elementare di Briatico. La comunità del paese ha voluto, nel giorno speciale del Corpus Domini, offrire un’opera composta con i petali dei fiori intessuta proprio sul luogo dell’incidente. L’opera infiorata rappresentava un grande cuore su campo color verde, un calice, simbolo cristiano, e un gigantesco pescespada per ricordare il lavoro e la passione del compianto ragazzo briaticese. Intanto per ricordare Willy ora c’è anche un luogo d’incontro virtuale in un blog all’indirizzo: http://rossofajettu.blogspot.com/search/label/willy . Franco Vallone

L'annuale Infiorata di Potenzoni - Quando il paese si veste di fiori

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Potenzoni di Briatico - È proprio vero, se capitate di passare da Potenzoni proprio il giorno dell'infiorata vi sembrerà di vivere, per un attimo, in un vero e proprio mondo fiabesco! Milioni di petali di fiori si sciolgono, diventano tavolozze di tutti i colori che si animano attraverso le mani della gente e si reinventano in qualcosa di diverso, di effimero ed eterno al tempo stesso. Per tutta la comunità, per la gente di Potenzoni di Briatico, l'annuale evento dell'Infiorata rappresenta, infatti, un'occasione, tra le più importanti dell'anno, attraverso la quale manifestare un sentimento profondo al Santissimo, ma anche un amore particolare e l'attaccamento alle proprie radici e tradizioni religiose, alla propria identità. L'idea è molto antica ed è quella di decorare le strade, che poi in realtà sono i vicoli del paese, con i petali colorati dei fiori. Anticamente, infatti, in tutta la zona del vibonese, era abitudine e uso comune abbellire le strade u

Dimmi quante bandiere blu hai e ti dirò … che amministratore sei!

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I l mare in Calabria è tra i peggiori d’Italia, lo dice il tradizionale riconoscimento internazionale, Bandiera Blu, che premia il mare migliore. I l primato spetta alla Toscana e alle Marche; entrambe hanno ottenuto 15 bandiere blu. La Liguria ne ha 14, l ' Abruzzo 13. La Campania conquista due bandiere blu in più rispetto al 2007 e ne ottiene 11, una bandiera in più per Puglia e Veneto, che salgono a 5, una in più anche per la Sicilia (4 bandiere) e per la Calabria (3 bandiere). Perdono una bandiera, invece, il Lazio (ne aveva 4, scende a 3) e l' Emilia Romagna (scende a 8). Stabili il Friuli Venezia Giulia e il Molise con 2 bandiere blu, la Sardegna pure ne ha due (una in più rispetto al 2007), una bandiera a Piemonte e Basilicata . Le tre bandiere blu calabresi sono tutte sulla costiera Jonica: Cirò Marina, Roccella Jonica e marina di Gioiosa Jonica. A ben guardare, tuttavia, ad essere bocciato in Calabria non è solo il mare ma sono sopratutto gli amministratori, le b

Spesi … ma come?

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L ’ultima indagine condotta dalla UIL sui bilanci delle regioni italiane mette in evidenza come la Calabria destina allo sviluppo 940 € pro-capite, cioè circa 1,9 miliardi di euro. Si tratta di una vera montagna di soldi e non è tutto, perché la nostra regione spende circa 740 € pro-capite all’anno, cioè 1,4 miliardi di euro. Siccome il mare continua ad essere sporco e di sviluppo nemmeno l’ombra che fine fanno i soldi? Si è spesso parlato di incapacità della classe politica ma i dati sembrano invece mettere in evidenza come i nostri amministatori siano stati molto bravi a mettere in piedi e a gestire un sistema che produce arricchimento per pochi a danno della Calabria e dei calabresi. Antonio Parbonetti