Guglielmo Satriani, il medico e l'uomo amante del mare

Il medico Guglielmo Satriani, classe 1952, scomparso prematuramente qualche giorno fa a Briatico, ha voluto tra sue ultime volontà, prima dell'ultimo saluto in chiesa, essere “portato alla sua marina”. Un volere mirato, un vero estremo atto d'amore verso uno dei suoi luoghi preferiti. Guglielmo Satriani nella sua vita, con la marina e con le barche, con la pesca e con il mare, ha avuto sempre un legame forte e viscerale. Lui, semplicemente Guglielmo, il medico, discendente della nobile antica famiglia dei Satriani, era un uomo di grande cultura. E al di là della sua professione - lavorava come direttore sanitario presso una struttura geriatrica di Monterosso, la casa protetta Villa delle Rose, e come guardia medica a Briatico - Satriani era una persona buona, amata da tutti, sensibile, modesta come poche, amante della grande storia raccontata dai libri e delle tante storie più piccole e sconosciute e da recuperare, dei misteri e delle conoscenze dell'astronomia, del fascino della simbologia araldica e delle ricerche genealogiche di tante famiglie nobiliari del vibonese. Tra i suoi tanti amici di sempre, quelli più "amici amici", l'avvocato Giacomo Franzoni, Antonio Ventrice, Giacomo Vallone e Pasquale Borello, con loro amava passare la domenica mattina, in un appuntamento fisso con sane discussioni in piazza, tra una passeggiata e l'altra, a parlare solo del più e del meno come traccia di consuetudine. Lui il dottore, umile e modesto, era il saggio del gruppo, con l'inseparabile sciarpa rossa al collo, con la sua filosofia di vita che affascinava i grandi e affabulava i piccoli. Ed ora, come tiene a sottolineare Antonio Ventrice, “piazza IV Novembre sente tanto l'assenza di Guglielmo, e, purtroppo, non potrà mai più essere la stessa piazza”.
Franco Vallone

Commenti

  1. Ciao Gugliemo, nelle festività natalizie ti ho rivisto una sera in piazza, ti ho ritrovato molto cambiato nell'aspetto per l'atroce guerra che combattevi da tanto tempo, ma nei tuoi occhi avevo visto quel luccichio di sempre che mi aveva fatto sperare in una guarigione completa. Evidentemente io non sono un medico come te; le mie speranze sono state tradite, ma almeno ti ho potuto rivedere ancora una volta come un tempo, fiero e emblematico nella tuo cappotto con al collo la tua immancabile sciarpa rossa.
    Grazie di cuore Gugliemo.

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  2. Ogni volta che si parlerà di una sciarpa rossa si penserà a Gugliemo
    Franco Vallone

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