Il 12 Ottobre 2008 a Pizzo si terrà la quarta rievocazione storica dello sbarco, cattura e fucilazione di Murat a cura dell'Associazione Murat Onlus di Pizzo.
Lei si chiama Maria Gabriella Capparelli, è nata a Cosenza nel 1974, parla italiano, inglese, spagnolo, tedesco e calabrese ed oggi è uno dei televolti più nuovi e più interessanti del panorama televisivo e della redazione Rai del TG1 di Unomattina. Bella, affascinante, tutta calabrese e, anche e soprattutto, molto brava. Con i suoi servizi giornalistici, sempre più acuti, interessanti e carichi di un inedito mix di umanità e passionalità, la cosentina Maria Gabriella si è fatta più volte notare in ambito nazionale ed internazionale. Dopo aver lavorato nel 2004 e 2005 nella redazione di "Dossier" del Tg2 è passata nella redazione della fortunata rubrica, dello stesso Tg2, "Costume e Società" e alla redazione Esteri della stessa testata. Nel 2006 e 2007 ha lavorato nella redazione cronaca ed economia del TG1 poi Maria Gabriella viene chiamata nella redazione del Tg1 della trasmissione, contenitore quotidiano, "Uno mattina". Ma al di là della sua interessan
E’ uscito il libro che conferma la paternità del rifacimento da parte di Renoir, dei tre affreschi situati nella chiesa Madre di Capistrano, paese dell’entroterra calabrese. La dimostrazione, che gli affreschi capistranesi sono stati realmente rifatti dal pittore francese Pierre Auguste Renoir, rende unico il saggio “Gli affreschi di Renoir a Capistrano – un mistero svelato” di Mario Guarna edito da Ibiskos Editore. L’autore, attraverso una minuziosa analisi storica e artistica, sgroviglia l’ enigma che dagli anni sessanta aleggia attorno agli affreschi situati nel paese calabrese, soprattutto nelle pagine dove, attraverso un attenta comparazione dei suddetti affreschi con alcune opere del pittore francese, si svelano delle similitudini indiscutibili. L’altro merito riconosciuto a questo volume è quello di far conoscere al mondo tre capolavori senza uguali, visto che Renoir, oltre a qualche dipinto murario nei caffè parigini, ormai cancellati, non si è mai cimentato nell’arte dell’aff
I n Calabria durante le feste di paese vengono utilizzati diversi tipi di fantocci da corteo dalle forme animalesche. Colorati animali in cartapesta, stoffa o cartone, si conservano di anno in anno per essere riutilizzati e portati in processione nelle feste. Poi ci sono i simulacri di animali che a fine festeggiamenti vengono incendiati e quelli preparati in modo da funzionare come macchine sceniche esplodenti capaci di produrre giochi pirotecnici di luci, scintille e rumori assordanti. Alcuni di questi animali accompagnano il ballo dei giganti, altri vengono ballati a fine serata per chiudere la festa. Molto spesso nella nostra regione il ballo dei giganti è accompagnato dal ballo de lcameju, del ciucciu o del cavaju. Fantocci di cammelli, cavallucci o asini, ma anche d'elefanti, giraffe e dromedari, simbolici animali grotteschi che nel finale delle feste si esibiscono in un pirotecnico ballo di fuoco purificatore. Bruno Cimino nel suo volume Tropea perla del Tirreno scrive che &
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