Bino Dola: Calabrese di Germania stregato dal Flamenco
Sono tante, le affinità storiche, culturali ed umane, che uniscono i popoli dell'area del Mediterraneo, e che consentono a ciascuno di sentire come proprie consuetudini, espressioni ed usanze; ancora di più oggi, con i confini sempre più aperti ad incontri ed esperienze comuni e diversificate.
Nel percorso artistico di Pino Ammendola, calabrese di Germania, noto con il nome d'arte Bino Dola, ciò si realizza mediante un'espressione privilegiata, in tal senso, perché fatta di sentimenti e linguaggio universali: quelli della musica, con la quale ha idealmente unito Italia, Spagna e Germania.
L'artista, che ha 38 anni ed è nato ad Hagen (Germania) da genitori italiani di Cariati (CS), è, infatti riuscito ad accostarsi con successo alla cultura musicale spagnola e alla sua espressione più tipica, il flamenco, divenendone raffinato esecutore. Col nome di Bino Dola, Pino è molto conosciuto in Spagna, culla di quell'arte affascinante, fatta di poesia, musica, canto e danza e nata dall'incontro tra la cultura andalusa e quella gitana.
In Spagna, ma anche in Francia, in Svizzera e in Germania, Pino si esibisce nei teatri e nelle piazze, in assolo o con il suo eterogeneo gruppo, formato da Juan Lamas (chitarra), Matthias Grab (basso), Gonzalo Cortés (cajòn), Franco Carmine (chitarra), Mayte Peréz Lorenzo (danzatrice), e svolgendo, nel contempo, un'intensa attività didattica sulla chitarra flamenca, presso scuole specializzate e nell'ambito di laboratori e seminari (l'ultimo, dal 18 al 22 maggio, l'ha tenuto a Les Saint Marie de La Mer, nella regione francese della Camargue). Un successo riconosciuto negli ambienti esclusivi della musica colta e reso popolare dal consenso ottenuto in ambiti diversificati, e da un pubblico numeroso che lo segue e lo acclama.
Prima dei tour che lo portano in giro per l'Europa, e, soprattutto, nell'amata Spagna, Bino Dola è solito trascorrere le vacanze a Cariati: "Sono legatissimo alla Calabria - dichiara - perché è il luogo del mare, degli affetti profondi e, soprattutto, delle mie radici"; non è, quindi, un caso se, ne cassetto, custodisce da anni il sogno, non ancora realizzato, di un concerto nel luogo natale in cui la tradizionale chitarra battente e la sua chitarra flamenca possano confrontarsi, in nome della comune mediterraneità, in forma di appassionante dialogo tra la musica etnica calabrese e quella più tipica della cultura spagnola.
In questo periodo, con la moglie tedesca Stephan e i tre figli Gianluca, Manuel e Leonardo, è ospite nella casa cariatese dei genitori Erminia e Saverio, rimpatriati da meno di un anno dopo una lunga emigrazione in Germania (il padre è stato uno dei primi emigrati, partito nel 1960); una scelta che Bino rispetta, ma non può condividere, essendo nato e cresciuto in terra tedesca, dove ora, nella città di Burbach-Sigerland, ha creato la sua famiglia e il centro delle sue attività.
L'abitazione è, infatti, anche sede dei "Dolastudios", la casa di produzione da lui fondata con Stephan, che, sotto l'etichetta "Dola Music Publications", riunisce artisti di diverse nazionalità e produce materiale didattico e divulgativo; una realtà molto interessante, sotto il profilo del confronto delle espressioni musicali e, più in generale, degli incontri delle culture che, a quanto pare, sembrano essere la sua seconda vocazione, dopo il flamenco, naturalmente, che l'ha letteralmente stregato, e al quale ha dedicato il suo talento e le sue scelte musicali.
Il suo percorso artistico è iniziato dopo gli studi superiori; a suonare la chitarra, racconta lui stesso, aveva imparato da bambino, poi, crescendo, ha cominciato a capire qual era la strada: "Ho scoperto l'amore per il flamenco durante l'adolescenza, mentre maturavo la decisione di diventare musicista". I viaggi in Andalusia, compiuti ad intervalli regolari, gli sono serviti a conoscere i ritmi complessi del flamenco autentico; oltre a ciò, importanti sono stati anche i lunghi soggiorni a Cordova, presso la scuola de El Macareno, che gli hanno consentito di perfezionare le tecniche esecutive e di composizione musicale. Così questo stile musicale, che definisce "arte affascinante e misteriosa" si è trasformato in una passione che è andata sempre aumentando: "Credo sia qualcosa di più - precisa - perché ormai è divenuto parte di me".
L'attività concertistica è iniziata, da solista, nei primi anni Novanta. Con il tedesco Andreas Naefe, conosciuto durante uno dei tanti seminari, ha formato un duetto artistico, assortito e affiatato. È stato Bino a promuoverne il talento di chitarrista, e successivamente, ad avviare allo studio del flamenco anche il fratello minore, Andrea Pietro, che aveva già una solida cultura musicale, acquisita con gli studi al Conservatorio. Il gruppo si è poi allargato, con l'introduzione di cantanti e danzatori di flamenco, e ricomposto più volte, con l'aggiunta o la sostituzione di vari elementi.
Tra i suoi dischi, il più noto è Libre como el viento,mentre il più recente è "Susurro de los muros"; lavori lo impegnano, come si è visto, a vari livelli ma, soprattutto, come autore e magistrale interprete.
Nei brani del suo repertori, molti composti da lui stesso, riesce, infatti, ad armonizzare il "puro" flamenco, espresso anche nelle forme derivate delle sevillanas o delle farrucas, con elementi moderni e con gli stili musicali spagnoli più tipici e coinvolgenti, come il fandango, la danza mora, i granainas, e con i ritmi del tango e della rumba. La sua peculiarità di musicista, capace di "fondersi", letteralmente, con la sua chitarra, è quella di alternare ritmi malinconici, dal sapore agrodolce, ad esplosioni di gioia vorticosa, che "rapiscono" il pubblico per condurlo in un viaggio musicale contrassegnato da atmosfere, a seconda dei casi, romantiche o travolgenti, assoli virtuosi e una miscela di sonorità e culture diverse.
C'è attesa, a Cariati, per il concerto del 18 luglio, che lo vedrà protagonista, di fronte al pubblico dei suoi concittadini, insieme al bravissimo cantautore Pietro Minutolo, il quale, a sua volta, ha da poco pubblicato con la "Dola Music" il nuovo disco intitolato "Sarebbe bello"; sarà un incontro musicale nel segno della comune appartenenza calabrese, dell'amore per il luogo natale e, che non guasta, degli affetti, essendo, i due zio e nipote (Pietro è il fratello della madre di Pino).
L'appuntamento è per le ore 21.30 nella cornice di Piazza Fabio Friozzi, nel centro storico, per l'evento musicale che inaugurerà il programma dei concerti a cura dell'Amministrazione Comunale, per l'estate 2009.
Al rientro in Germania, prima del tour e degli impegni didattici che lo porteranno ancora in Spagna e in Francia, Bino Dola terrà concerti nelle città tedesche di Grünberg (9 agosto), Halle (21), Montabauer (22), Heede (24 ottobre), ospite di rassegna di musica folk e festival dedicati al flamenco.
Nel percorso artistico di Pino Ammendola, calabrese di Germania, noto con il nome d'arte Bino Dola, ciò si realizza mediante un'espressione privilegiata, in tal senso, perché fatta di sentimenti e linguaggio universali: quelli della musica, con la quale ha idealmente unito Italia, Spagna e Germania.
L'artista, che ha 38 anni ed è nato ad Hagen (Germania) da genitori italiani di Cariati (CS), è, infatti riuscito ad accostarsi con successo alla cultura musicale spagnola e alla sua espressione più tipica, il flamenco, divenendone raffinato esecutore. Col nome di Bino Dola, Pino è molto conosciuto in Spagna, culla di quell'arte affascinante, fatta di poesia, musica, canto e danza e nata dall'incontro tra la cultura andalusa e quella gitana.
In Spagna, ma anche in Francia, in Svizzera e in Germania, Pino si esibisce nei teatri e nelle piazze, in assolo o con il suo eterogeneo gruppo, formato da Juan Lamas (chitarra), Matthias Grab (basso), Gonzalo Cortés (cajòn), Franco Carmine (chitarra), Mayte Peréz Lorenzo (danzatrice), e svolgendo, nel contempo, un'intensa attività didattica sulla chitarra flamenca, presso scuole specializzate e nell'ambito di laboratori e seminari (l'ultimo, dal 18 al 22 maggio, l'ha tenuto a Les Saint Marie de La Mer, nella regione francese della Camargue). Un successo riconosciuto negli ambienti esclusivi della musica colta e reso popolare dal consenso ottenuto in ambiti diversificati, e da un pubblico numeroso che lo segue e lo acclama.
Prima dei tour che lo portano in giro per l'Europa, e, soprattutto, nell'amata Spagna, Bino Dola è solito trascorrere le vacanze a Cariati: "Sono legatissimo alla Calabria - dichiara - perché è il luogo del mare, degli affetti profondi e, soprattutto, delle mie radici"; non è, quindi, un caso se, ne cassetto, custodisce da anni il sogno, non ancora realizzato, di un concerto nel luogo natale in cui la tradizionale chitarra battente e la sua chitarra flamenca possano confrontarsi, in nome della comune mediterraneità, in forma di appassionante dialogo tra la musica etnica calabrese e quella più tipica della cultura spagnola.
In questo periodo, con la moglie tedesca Stephan e i tre figli Gianluca, Manuel e Leonardo, è ospite nella casa cariatese dei genitori Erminia e Saverio, rimpatriati da meno di un anno dopo una lunga emigrazione in Germania (il padre è stato uno dei primi emigrati, partito nel 1960); una scelta che Bino rispetta, ma non può condividere, essendo nato e cresciuto in terra tedesca, dove ora, nella città di Burbach-Sigerland, ha creato la sua famiglia e il centro delle sue attività.
L'abitazione è, infatti, anche sede dei "Dolastudios", la casa di produzione da lui fondata con Stephan, che, sotto l'etichetta "Dola Music Publications", riunisce artisti di diverse nazionalità e produce materiale didattico e divulgativo; una realtà molto interessante, sotto il profilo del confronto delle espressioni musicali e, più in generale, degli incontri delle culture che, a quanto pare, sembrano essere la sua seconda vocazione, dopo il flamenco, naturalmente, che l'ha letteralmente stregato, e al quale ha dedicato il suo talento e le sue scelte musicali.
Il suo percorso artistico è iniziato dopo gli studi superiori; a suonare la chitarra, racconta lui stesso, aveva imparato da bambino, poi, crescendo, ha cominciato a capire qual era la strada: "Ho scoperto l'amore per il flamenco durante l'adolescenza, mentre maturavo la decisione di diventare musicista". I viaggi in Andalusia, compiuti ad intervalli regolari, gli sono serviti a conoscere i ritmi complessi del flamenco autentico; oltre a ciò, importanti sono stati anche i lunghi soggiorni a Cordova, presso la scuola de El Macareno, che gli hanno consentito di perfezionare le tecniche esecutive e di composizione musicale. Così questo stile musicale, che definisce "arte affascinante e misteriosa" si è trasformato in una passione che è andata sempre aumentando: "Credo sia qualcosa di più - precisa - perché ormai è divenuto parte di me".
L'attività concertistica è iniziata, da solista, nei primi anni Novanta. Con il tedesco Andreas Naefe, conosciuto durante uno dei tanti seminari, ha formato un duetto artistico, assortito e affiatato. È stato Bino a promuoverne il talento di chitarrista, e successivamente, ad avviare allo studio del flamenco anche il fratello minore, Andrea Pietro, che aveva già una solida cultura musicale, acquisita con gli studi al Conservatorio. Il gruppo si è poi allargato, con l'introduzione di cantanti e danzatori di flamenco, e ricomposto più volte, con l'aggiunta o la sostituzione di vari elementi.
Tra i suoi dischi, il più noto è Libre como el viento,mentre il più recente è "Susurro de los muros"; lavori lo impegnano, come si è visto, a vari livelli ma, soprattutto, come autore e magistrale interprete.
Nei brani del suo repertori, molti composti da lui stesso, riesce, infatti, ad armonizzare il "puro" flamenco, espresso anche nelle forme derivate delle sevillanas o delle farrucas, con elementi moderni e con gli stili musicali spagnoli più tipici e coinvolgenti, come il fandango, la danza mora, i granainas, e con i ritmi del tango e della rumba. La sua peculiarità di musicista, capace di "fondersi", letteralmente, con la sua chitarra, è quella di alternare ritmi malinconici, dal sapore agrodolce, ad esplosioni di gioia vorticosa, che "rapiscono" il pubblico per condurlo in un viaggio musicale contrassegnato da atmosfere, a seconda dei casi, romantiche o travolgenti, assoli virtuosi e una miscela di sonorità e culture diverse.
C'è attesa, a Cariati, per il concerto del 18 luglio, che lo vedrà protagonista, di fronte al pubblico dei suoi concittadini, insieme al bravissimo cantautore Pietro Minutolo, il quale, a sua volta, ha da poco pubblicato con la "Dola Music" il nuovo disco intitolato "Sarebbe bello"; sarà un incontro musicale nel segno della comune appartenenza calabrese, dell'amore per il luogo natale e, che non guasta, degli affetti, essendo, i due zio e nipote (Pietro è il fratello della madre di Pino).
L'appuntamento è per le ore 21.30 nella cornice di Piazza Fabio Friozzi, nel centro storico, per l'evento musicale che inaugurerà il programma dei concerti a cura dell'Amministrazione Comunale, per l'estate 2009.
Al rientro in Germania, prima del tour e degli impegni didattici che lo porteranno ancora in Spagna e in Francia, Bino Dola terrà concerti nelle città tedesche di Grünberg (9 agosto), Halle (21), Montabauer (22), Heede (24 ottobre), ospite di rassegna di musica folk e festival dedicati al flamenco.
Assunta Scorpiniti
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