Affruntata a Zammarò
L'Affruntata è una vera e propria rappresentazione sacra che arriva dal profondo del medioevo (anche se il testo più antico e conosciuto che parla dell'Affruntata in Calabria è della fine del 1600). Si tratta di un rituale svolto senza alcuna parola, ma con un insieme di azioni semplificate e portate al livello del rito; sono cioè personaggi, movimenti prefigurati e già prefissati, ma che sono accompagnati da una forte carica simbolica e da un'intensa partecipazione corale. L'Affruntata in provincia di Vibo Valentia viene celebrata in più di trenta diversi paesi e si svolge, di solito, a mezzogiorno o nel pomeriggio della domenica di Pasqua (ad Arena il lunedì e a Dasà il martedì). A Zammarò di San Gregorio d'Ippona il rituale si svolge a mezzogiorno della domenica successiva alla Pasqua, nella così detta "Domenica in Albis". Per la Chiesa Cattolica questo giorno vuole ricordare i primi tempi della storia della Chiesa quando il battesimo era amministrato durante la notte di Pasqua ed i battezzandi indossavano una tunica bianca che portavano poi per tutta la settimana successiva, fino alla prima domenica dopo Pasqua, detta perciò "domenica in cui si depongono le vesti bianche" (in albis depositi). Per alcuni questo sfasamento cronologico serviva per concentrare molta più gente (il paese Zammarò è piccolo) e per permettere agli abitanti del capoluogo e dei paesi vicini, impegnati a Pasqua in altre affruntate, di vedere anche la bella Affruntata di Zammarò. Ma al di là delle vere motivazioni, l'Affrontata di Zammarò è un evento rituale molto antico e radicato che, negli anni, è diventato sempre più affollato. Le dinamiche rituali e formali la differenziano anche dalle altre Affruntate della Diocesi. A finestre e balconi delle case che cinturano la piazza del paese vengono appese numerose coperte damascate, come nei più importanti giorni di festa. Alle 12.00 in punto inizia la rappresentazione: la Madonna ammantata di nero, con il San Giovanni, esegue un primo lento cammino con un corteo processionale, aperto dal prete e dalla croce, e seguito dalla banda musicale che esegue meste melodie. Poi la Madonna ritorna indietro nel suo tragitto, questa volta da sola. A questo punto la rappresentazione continua con un primo ritorno di San Giovanni che risale, per poi ridiscendere e risalire ancora altre volte, con velocità sempre crescente. Fino all'ultimo percorso quando San Giovanni risale in compagnia del Cristo Risorto per poi fermarsi in un punto predeterminato della piazza. Ed è a questo punto che arriva la Madonna, di corsa e ancora ammantata di nero, per il vero e proprio incontro con il Cristo Risorto. Una fulminea "svelatura" è accompagnata dal lancio di petali di fiori, volo di colombe bianche, applausi e fuochi d'artificio. Un momento culminante e liberatorio, altamente suggestivo, che segue ad una vera e propria tensione, un'attesa e l'annuale speranza affinché tutto vada per il verso giusto e che l'Affruntata "riesca" nel migliore dei modi. A Zammarò è ancora vivo tra la gente il ricordo di quando, all'inizio degli anni 90, proprio durante il momento dell'incontro, cadde la statua della Madonna, che nell'incidente si decapitò, lasciando la gente del paese ammutolita e costernata per l'accaduto. Ricordiamo che per la tradizione popolare tutto ciò rinvia a significati simbolici infausti, a momenti carichi di negatività per tutto il paese e per l'intera comunità.
Franco Vallone
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