Mastro Giuseppe Congestrì di Sant'Onofrio, francesista di 90 anni e amico di Jacques Prévert
Ha novant'anni Giuseppe Congestrì e la sua memoria, ancor oggi lucidissima, ricorda come se fosse ieri il tempo dei suoi amici intellettuali francesi, quelli grandi, i giganti della scrittura che sono entrati nella storia della letteratura mondiale. Nella sua piccola Sant'Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, ci abita da un pò di anni, da quando è rientrato da Parigi, da allora definisce il suo paese un "Villaggio". Lui è un personaggio umile, piegato dal tempo, fragile, che non ama parlare di sé. Mastro Peppino, come ama definirsi, parla sempre, abbondantemente, ma degli altri, dei suoi amici scrittori, di artisti di grande levatura e di fama internazionale che con lui hanno condiviso la vita culturale nella Parigi degli anni cinquanta e sessanta. Mastro Peppino in quel tempo era giovane, aveva solo trent'anni e c'era una Parigi ancora colta e raffinata che viveva di cultura con le piccole e buie librerie, gioiello del sapere internazionale, con le case editrici che erano veri laboratori della letteratura mondiale, salotti soffusi, spazi frequentati da tanti artisti e critici d'arte, pittori, musicisti, editori e letterati parigini. Giuseppe parla benissimo il francese ed ha una sensibilità artistica notevole, si integra in profondità nella città delle brasserie, dei croissant caldi e degli incontri con artisti e critici. Congestrì è calabrese, è nato a Sant'Onofrio nel lontano 1920, dopo aver conseguito la laurea in letterature straniere e lingue presso l'Università Orientale di Napoli, ben presto è ordinario di lingua e letteratura francese nei licei statali.
Il suo sapere è al di sopra della normalità accademica, pubblica diversi testi scolastici rivolti alla conoscenza e all'apprendimento della lingua francese. In Francia, a Parigi, diventa anche giornalista, ma si farà notare, principalmente, come critico letterario e raffinato produttore di poesia. Siamo andati a trovarlo più volte nella sua casa di Sant'Onofrio, dietro la scrivania del suo studio un'ordinata biblioteca con centinaia di volumi, molti sono testi pubblicati da lui. Congestrì vanta infatti numerose pubblicazioni (più di cinquanta) frutto di severi ed appassionati studi che hanno registrato nel tempo consensi di critica e riconoscimenti internazionali. In un corridoio anonimo della casa, quasi nascoste, una serie di cornici appese alle pareti contornano documenti importanti: la sua seconda laurea rilasciata da l'Académie Francaise, le decorazioni des Palmes Académiques, un diploma del Premio Calabria di Villa San Giovanni del 1964, il certificato di letteratura francese contemporaneo rilasciato nel 1955 dalla Sorbona… Il professore di Sant'Onofrio ci apre alcune cartelle che sanno d'altri tempi. Quella di colore rosso bordò, vero scrigno della memoria, contiene un tesoro culturale d'inestimabile valore. Al suo interno lettere di confronto letterario e autografate ricevute dai maggiori scrittori francesi del tempo, da Roland Barthes a Henrìette Charasson, da Henri Clouard a Minou Drouet, da Jan Guéhenno a René e José Johannet, da Maurice Rat a Michel Simon, da Francois e Claude Mauriac a Jacques Prévert, ed ancora Pierre Seghers, André Thérive, André Malraux, René Malhamé e tanti altri ancora. Congestrì ci mostra altre lettere, scritti e grafie vergate da penne stilografiche, tra le tante una missiva che arriva dalla Francia ed approda a Sant'Onofrio, pagine inedite firmate dal grande Francois Mauriac e poi una cosa ancora più straordinaria: "una Lettre des iles Baladar che Jacques Prévert - spiega lo stesso Congestrì - mi inviò surrealisticamente da un luogo non luogo e non par Avion ma par Thon... rimarrà una prestigiosa rarità letteraria da far gola alla più rinomata biblioteca nazionale". La "busta di spedizione - libro - oggetto artistico indefinibile" è veramente particolare con francobolli finti, disegni e didascalie (all'esterno e all'interno del plico - libro) realizzati e firmati dallo stesso Prévert.
Alla fine, per chiudere l'incontro, facciamo una domanda al professore:
Professore Congestrì ma chi è il destinatario di tutte queste rare lettere d'autore?
Lui, mastro Peppino di Sant'Onofrio, ci risponde: "devo dire chi sono? Sono solo un modesto letterato che ama definirsi "petit lettré de village", pur sapendo che i piccoli letterati di villaggio possono ugualmente stupire i grandi letterati di città".
Alla fine, per chiudere l'incontro, facciamo una domanda al professore:
Professore Congestrì ma chi è il destinatario di tutte queste rare lettere d'autore?
Lui, mastro Peppino di Sant'Onofrio, ci risponde: "devo dire chi sono? Sono solo un modesto letterato che ama definirsi "petit lettré de village", pur sapendo che i piccoli letterati di villaggio possono ugualmente stupire i grandi letterati di città".
Franco Vallone
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