Brattirò di Drapia e i suoi Santi Cosma e Damiano
A Brattirò ogni anno immancabilmente, nella Chiesa Parrocchiale di S. Pietro Apostolo, nei giorni 25-26-27 settembre si onorano San Cosma e Damiano. Anticamente, per la festiva occasione, in questo luogo ci si arrivava con ogni mezzo, con carri trainati da buoi, con carovane improvvisate, a piedi. Negli anni cinquanta, sessanta e settanta si aggiungono i caratteristici camioncini con le sponde colorate, le auto familiari a noleggio. Il treno rimaneva il mezzo più usato per raggiungere la stazione più vicina: Tropea. In quegli anni, per arrivare a Brattirò nei giorni di festa, si partiva prima dell'alba dalle stazioni ferroviarie della costa, tra Nicotera e Pizzo. A Briatico il treno partiva poco dopo le 5, ma per essere pronti bisognava alzarsi almeno alle quattro di notte, prepararsi, preparare il caffè ed andare a piedi alla stazione. Era un vero e proprio rito anche la partenza e il viaggio stesso. Poi il breve tragitto ferroviario, le fermate di Zambrone e Parghelia dove salivano in treno tanti altri pellegrini. Era ancora buio quando l'accelerato dai sedili di legno lucido arrivava alla stazione di Tropea e si svuotava completamente. A Tropea iniziava la seconda fase del viaggio, la fatidica "salita" a Brattirò. Due le scelte obbligate: affittare una delle poche auto a noleggio che facevano continua spola tra Tropea e Brattirò, o scegliere di incamminarsi a piedi per i tornanti in salita fino al vicino-lontano paese frazione di Drapia. Moltissimi, anche per voto fatto e grazia ricevuta, sceglievano di arrampicarsi a piedi per la strada principale e lungo i sentieri scorciatoia che passavano tra gli uliveti. Lungo la strada piante di rossi corbezzoli accoglievano e accompagnavano i pellegrini in cammino. La ricorrenza annuale della festa di San Cosma e Damiano è una delle più attese e rinomate di tutta la provincia di Vibo Valentia e rappresenta per gli abitanti di Brattirò il momento più alto di una religiosità portata per il mondo. Tanti sono, infatti, gli emigrati di Brattirò che ogni anno ritornano dall'Argentina, dall'America, ma anche dalla Grecia e da ogni altro luogo, per raggiungere la loro festa, i loro santi, le loro devozioni e le loro tradizioni. Dopo la novena di questi giorni, oggi (sabato 25 settembre) iniziano i festeggiamenti veri e propri dedicati al santo farmacista e al santo medico, che si protrarranno fino a lunedì 27 settembre, giorno solenne di festa. Annualmente il paese, durante questi tre giorni, viene letteralmente invaso da migliaia di pellegrini e fedeli provenienti da moltissimi centri del vibonese ed anche dalle altre province calabresi. Arrivati a Brattirò, gesti antichi ripercorrono le strade del paese, la messa, il bacio della reliquia e delle statue, le "spille", i ricordini e le immaginette, l'offerta votiva, il mercato e la fiera, il biglietto per la riffa di una vitella decorata con nastri colorati e immagini dei due santi. Rituale era (e rimane tutt'ora) l'aquisto delle salsicce , delle cotiche fatte bollire in appositi pentoloni e per le pubbliche vie, e dei mostaccioli decorati con pezzi di stagnola rossa e verde, gli stessi colori delle vesti dei santi Cosma e Damiano. A sera arrivano gli incanti, la riffa, il gazebo barocco con la banda, i giganti, i cantanti... Un'antica festa tradizionale, carica di ritualità e di segni arcaici interessanti dal punto di vista antropologico e religioso, per un culto portato a Brattirò dai monaci basiliani molti secoli addietro, con aspetti rituali che da centinaia di anni si tramandano da padre in figlio, per confermare il senso dell'appartenenza e dell'identità di tutta l'intera comunità a Brattirò, in Calabria, e nelle mille altre Brattirò sparse per il mondo.
Franco Vallone
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