Vita da single sotto il manto di San Faustino

Naturalmente non si tratta di andare a Roma, a ponte “Mollo”, cioè Milvio, per trovare la metà della mela. “Metti una sera a cena single a iosa e vedrai che il gioco vale la candela”. Questo devono aver pensato i creatori di speed date, gente col fiuto dei soldi prima ancora che delle opere buone. L’invasione di campo è partita dagli USA, non poteva essere diversamente, ed è approdata a Roma, Napoli, Firenze, Milano ecc. La missione “rimorchio” si sviluppa su due fronti: conoscenza rapida tra uomo e donna in 200 secondi e apertura del lucchetto di cui è in possesso lei, nel più breve tempo possibile. L’incontro parte da questi due momenti considerati fondamentali. Le possibilità di successo sono legate alle opportunità che ognuno si garantisce, aprendo più lucchetti e avvicinando più persone. Poi da cosa nasce cosa. Per esempio? Il proseguimento dell’incontro con la nascita di una interessante kermesse amorosa. Le vie della provvidenza passano anche attraverso le nuove forme di frequentazione. Internet ci ha abituato a tutto. Speed date anche al look date, con i soliti rendez-vous in tante città. In Calabria sta muovendo i primi, timidi passi ma non è detto che non ne compia da giganti nei prossimi anni. La maggior parte dei partecipanti alla feste, organizzate in nome del mancato o perduto amore, non è sprovveduta come sembra. Ci va per curiosità, per trascorrere una serata diversa, per scoprire nuovi orizzonti, visto che si tratta di trovare l’altra metà del cielo. Salvo sentirsi a terra dopo probabili o inevitabili delusioni. Più soli di prima, insomma, ma per questo c’è san Faustino. Sempre lui! Ma chi era il santo che si festeggia il 15 febbraio? La storia parla chiaro, con dovizie di particolari. Niente d’inventato, dunque, dalla nascita fino al martirio, su di lui e su san Giovita, suo compagno d’armi e di pulpito, in giro per l’Italia. È singolare che il protettore dei single avesse in realtà a fianco una persona, presente in ogni circostanza che lo riguardasse. Insieme divisero l’onore delle armi, finché furono cavalieri; l’impegno della predicazione in alta, centro e sud Italia, in veste di presbitero (Faustino) e di diacono (Giovita); l’ansia delle persecuzioni, seguita più volte dalla gioia per lo scampato pericolo. Faustino non lasciò mai Giovita. Giovita non lasciò mai Faustino. Particolare che fa pensare alla necessità di non essere soli nella vita.

Nel suo continuo peregrinare tra i centri abitati dell’Italia settentrionale, fu di nuovo catturato, posto su un’imbarcazione, che era poco più di un guscio di noce, e spinto al largo sulla superficie agitata di un lago. L’ atteggiamento serafico di creatura imperturbabile in preghiera, ancora una volta operò il miracolo di calmare le acque, com’era successo altrove. Ancora una volta Faustino si salvò da morte certa. L’idea di decapitarlo fu conseguente alla necessità di togliere di torno l’uomo che continuava a essere seguito da processioni di donne e uomini, catturati dalla sua parola e pronti a convertirsi alla religione che praticava la castità, la fedeltà, la bontà, eccetera. Fu quindi condotto fuori Brescia e decapitato nei pressi di Porta Matolfa, dove in seguito un vescovo suo omonimo fece costruire una chiesa, nella quale custodire le venerate spoglie.
Anche ai “barbari” Longobardi piacque la figura del martire che fece della sua esistenza una missione di vita. Furono loro a diffonderne il culto nei territori occupati. Faustino vuol dire propizio, portatore di gioia, di felicità. Come significato non c’è male. Ma perché protettore dei single, lui che fu sempre accompagnato? Vuoi vedere che è davvero il tramite ideale per svoltare? Le vie del cuore sono infinite…Almeno così conviene pensare.
Emma Viscomi
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